Il gioco come espressione artistica, forma insostituibile di didattica
(Maria Elvira Ciusa, Maria Lai Il filo dell'esistere)
Tra qualche giorno inizierò un percorso lungo nove settimane insieme a un gruppo di dodici bambini.
Ad ogni incontro proporrò artisti del Novecento coi quali, attraverso il gioco, è possibile scoprire che l'arte è pensiero che prende forma e alla forma del pensiero si può dare concretezza anche con materiali molto diversi tra loro, come il filo, la luce e il proprio corpo.
Inizieremo con Maria Lai la cui ricerca artistica si è nutrita del suo tessuto culturale, dei colori della sua terra, della materia come la roccia e il vento, della operosità di donne arcaiche e delle favole, tutto legato e tenuto vicino al cuore da fili delicati ma indivisibili.
Sono molto emozionata al pensiero di realizzare con i bambini un intervento nel giardino della Fondazione Carcano di Mandello, intervento che omaggerà una delle opere più coinvolgenti dell'artista, Legarsi alla montagna del 1981.
Svolgeremo dodici gomitoli di lana bianca e li legheremo gli uni agli altri facendoli passare attorno ai tronchi degli alberi, formeremo una trama di fili in cui l'aria si intrufolerà saltellando dentro e fuori alle piccole aree create.
I nodi saranno i nostri legami, il filo bianco la nostra esperienza, ancora tutta da farsi e da trascrivere.
Questa delicata installazione rimarrà fino ad aprile, ad ogni incontro la osserveremo per cogliere ciò che il tempo e gli elementi naturali hanno provocato su di essa.
Sperimenteremo cosa significa legarsi a qualcuno, a qualcosa, a un luogo.
Forse gli daremo anche un nome.